Sapori e profumi semplici che mi ricordano i week end e le vacanze estive; quei fantastici tre mesi dopo la chiusura delle scuole.
I mesi più belli dell'anno, quando ci si trovava tutti, zii, zie, cugini, cugine... e qualche volta di passaggio, anche amici, nella casa di campagna, in un paesino vicino ad Asti; Serra Perno, una frazione del comune di Castell'Alfero.
Lungo la strada ci si fermava sempre in una pasticceria d'Asti ad acquistare questa leccornia........; ma questi sono i miei ricordi, a voi la ricetta di come la preparo io.
POLENTINA D'ASTI
125 gr. burro
150 gr zucchero
tre uova intere + tre tuorli ( i tre albumi ti servono dopo)
125 gr farina di mais (anche precotta se non trovate quella normale)
80 gr fecola di patate
2 cucchiai di farina manitoba
scorza grattugiata di un limone
50 gr. uvetta sultanina
un panetto di pasta di mandorle (250 gr.)
del pan di spagna sbriciolato finemente
gelatina di albicocche
maraschino
PROCEDIMENTO
metti a mollo l'uvetta con un bicchiere di maraschino; con una frusta elettrica sbatti le uova intere + i tre tuorli con lo zucchero, quando sono ben montate (molto ben montate) aggiungi le farine setacciate insieme, la scorza del limone ed il burro fuso, aggiungi l'uvetta strizzata ed infarinata; monti a neve ben ferma i tre albumi rimasti e li aggiungi al composto di uova e farine mescolando dal basso verso l'alto x non farli smontare.
Versi il composto in una teglia (24/25 cm. di diametro) imburrata ed infarinata.
Metti in forno caldo (150°) x un'oretta... anche meno, prova con il classico stecchino se la cottura è al termine.
A cottura ultimata giri la torta su un piatto da portata e la lasci raffreddare.
Intanto prepari la bagna per inzupparla con un pennello da dolci.
BAGNA
metti in un pentolino un bicchiere d'acqua, zucchero a piacere (50/100 gr) e fai sciogliere lo zucchero, appena lo zucchero è sciolto togli il pentolino dal fuoco e ci aggiungi il maraschino che ti è avanzato dall'ammollo dell'uvetta (se si vuole una bagna non alcoolica basta aggiungere il maraschino da subito insieme all’acqua ed allo zucchero, in modo che il calore faccia evaporare l’alcool); con questo sciroppo inzuppi bene la torta che deve risultare parecchio umida (molto umida!!!!), eventualmente aumentare la quantità di bagna.
Ora prendi due belle cucchiaiate di gelatina d'albicocche e la fai liquefare con un po' d'acqua a fuoco moderato nel pentolino di prima, spennelli bene bene tutta la torta, anche i bordi, deve essere coperta da un sottile strato di gelatina.
A parte prendi il panetto di pasta di mandorle, ne fai una palla, la metti sulla spianatoia infarinata con lo zucchero a velo; se non hai la spianatoia usa il piano cucina coperto con un pezzo di carta da forno che terrai ferma sul piano con del nastro adesivo.
Stendi la palla di pasta di mandorle col mattarello in una sfoglia di una grandezza tale che ti permetta di ricoprire tutta la torta (anche il bordo), per stenderla bene infarina anche il mattarello con lo zucchero a velo.
Stesa la sfoglia, con l'aiuto del mattarello (arrotolandola sul mattarello stesso) la prendi e la "srotoli" sulla torta.
La fai aderire bene premendola leggermente con le mani e taglierai con un coltello quella che rimane in eccesso.
Spennelli nuovamente la torta, così coperta di pasta di mandorle, con la gelatina d'albicocche e la spolveri completamente con il pan di spagna sbriciolato finemente.
DA LECCARSI I BAFFI
Mauro
PS.: a scrivere ...m'è venuta voglia.... domani la faccio, slurp!
1 commento:
E bravo Mauro !! :-))
Un tempo adoravo anch'io cucinare, anche se i dolci non mi sono mai venuti bene.. E mi piaceva sperimentare cose nuove.. fare accostamenti di sapori un po' azzardati.. Poi il tempo per farlo è diminuito.. sono interevenuti problemi di salute ad inibirmi un sacco di cibi.. Ma ho scoperto il mangiare biologico, ormai da oktre 5 anni, e devo dire che ho riscoperto ( ma anche scoperto per la prima volta) dei sapori intensi, decisi.. davvero ottimi. Penso al farro, ad esempio.. un cereale che ho imparato ad amare e ad usare in molti modi. O il miglio, che rende le mie zuppe decisamente gradevoli e delicate.. E tanta.. tanta.. tanza.. zucca che non fa parte della tradizione culinaria della mia regione..
Ma la tua ricetta mi ha fatto tornare la voglia di cimentarmi.. Se la metto in pratica, ti dirò com'è venuta.. :-)
Mary
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